Museo "Cesare Queirolo"


Descrizione

Il 15 settembre del 1877 l’arciprete Cesare Queirolo dettava le proprie disposizioni testamentarie: “…la custodia della mia collezione di quadri ed oggetti di antichità affido al Rev. Arciprete pro tempore di questa Parrocchia ed al Sindaco di questo Comune”. Egli destinò, in tal modo, tutta la sua raccolta di opere d’arte e archeologiche alla cittadinanza di Vado Ligure. Don Cesare Queirolo morì a 52 anni, il 15 aprile 1878, vittima di un’epidemia di tifo. La sua collezione – che comprendeva libri, stampe ed un cospicuo nucleo di dipinti – era costituita in gran parte da reperti archeologici rinvenuti nell’area di Vada Sabatia, reperti che andarono a formare l’originario Museo Archeologico al piano primo della storica palazzina di Piazza S. Giovanni Battista, che del Queirolo fu anche abitazione. Negli anni 1937-39, il Museo fu riordinato dal prof. Nino Lamboglia, che ne curò anche il catalogo, coadiuvato per la collezione numismatica dal prof. G.A. Silla. Il Museo fu poi chiuso, a causa della guerra, nel 1940 e dopo il ritorno dei materiali in sede nel 1947, fu riaperto per breve tempo, il 27 giugno 1954. Nel 1955-56 il patrimonio museale fu arricchito di nuovi e abbondanti ritrovamenti, a seguito degli scavi effettuati in loco in quel periodo e negli anni successivi, diventando deposito della Soprintendenza, mentre buona parte dei locali veniva occupata da aule scolastiche. Tale occupazione cessò solo nel 1972 e, successivamente, furono iniziati i lavori di sistemazione dei locali e delle vetrine. Il Museo – dopo una riapertura al pubblico negli anni ’90, in seguito ad una pregevole ristrutturazione da parte del Comune, è attualmente chiuso al pubblico e in attesa di più idonea collocazione. Si è detto che il lascito di Don Queirolo è costituito principalmente da reperti archeologici rinvenuti nell’area di Vada Sabatia e da un cospicuo nucleo di dipinti. La collezione archeologica è composta da 184 reperti principalmente marmorei. Si tratta di esemplari che il Queirolo, studioso ed archeologo, recuperò in diversi scavi effettuati sul territorio vadese e che ricuperò nei terreni adiacenti alla chiesa o nelle campagne del territorio vadese. Il nucleo più significativo dei reperti è costituito da marmi risalenti fondamentalmente al periodo imperiale. Tra i pezzi più significativi: la raffigurazione di una pantera, trovata nel 1861, presumibilmente reimpiegata in un muro di contenimento e rappresentata in posizione semi-accovacciata con il ventre abbassato e le zampe posteriori tese, come nell’attimo che precede il balzo (databile al I- II d.C.); diverse raffigurazioni di Dioniso; alcuni frammenti di epigrafi, anch’esse datate al I-II sec. d.C. Nel contesto archeologico del Lascito, di particolare rilievo la collezione numismatica, composta da 434 monete – quasi tutte romane – d’argento, di biglione e di bronzo. Si tratta di esemplari che il Queirolo recuperò in diversi scavi effettuati sul territorio vadese e che ricevette in dono in seguito a recuperi fortuiti nelle campagne o che acquistò sul mercato dell’antiquariato. Si tratta di monete che coprono un arco temporale compreso fra il III secolo a.C. e il VI-VII secolo d.C. Per quanto riguarda i dipinti, non si sa in quale momento della vita il Queirolo abbia composto la sua quadreria. Le indicazioni a commento dei quadri sono generiche e le scelte non privilegiano alcuna scuola pittorica in particolare. Prevalgono i soggetti sacri e il tema profano è rappresentato esclusivamente da paesaggi e da qualche ritratto.

 

Bibliografia:
Alba Bettini, I marmi di Vada Sabatia, 1990;
Antonio Bertino, Monete antiche da Vada Sabatia, 1998:
Massimo Bartoletti, Dipinti restaurati del Lascito Queirolo, 2004.

 

Indirizzo

Piazza San Giovanni Battista, 10

Contatti

Ultimo aggiornamento: 10/08/2023, 12:51

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